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Gaspara Stampa -  Rime  (XVI secolo)
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CXXII
Gode dell’amor suo, ma teme ch’egli debba lasciarla.
     Quando io movo a mirar fissa ed intenta
le ricchezze e i tesor, ch’Amore e ’l cielo
dentro ne l’alma e fuor nel mortal velo
poser di lui, ch’ogn’altra luce ha spenta,
     resto del mio martír tanto contenta,
sí paga del mio vivo, ardente zelo,
che la ferita e ’l despietato telo,
che mi trafige il cor, non par che senta.
     Sol mi struggo e mi doglio, quando penso
che da me tosto debba allontanarse
questo d’ogni mia gloria abisso immenso.
     A questo l’alma sol non può quetarse,
a ciò grida ed esclama ogni mio senso:
— O tante indarno mie fatiche sparse!
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