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Rime d'amore - XLIX Rime d'amore - LI

L

L’immagine di lui è scolpita nel suo pensiero.

     Poi ch’Amor mi ferí di crude ponte,
vostra mercé, qual sète vivo e vero,
v’ho scolpito nel fronte e nel pensiero,
sí che nessun sembiante piú s’affronte.
     Il viso stesso, il proprio stesso fronte,
il proprio ciglio umilemente altero,
gli occhi stessi, i due sol de l’emispero,
le stesse grazie e le fattezze cónte;
     in questo il mio ritratto è dissimíle:
ché, qual mi sète, vi mostra alteretto,
lá dove sète a tutti gli altri umíle.
     Ora, per far ch’anch’io v’abbia perfetto,
per far ch’anch’io pur v’abbia a voi simíle,
emendate anche meco un tal difetto.

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