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Gaspara Stampa - Rime (XVI secolo)
Rime d'amore - LVIII Rime d'amore - LX

LIX

Come può egli veder, senza pietá, le sue lagrime?

     Quelle lagrime calde e quei sospiri,
che vedete ch’io spargo sí cocenti
da poter arrestar il mar co’ venti,
quando avien ch’ei piú frema e piú s’adiri,
     come potete voi coi vostri giri
rimirar non pur queti, ma contenti?
O cor di fère tigri e di serpenti,
che vive sol de’ duri miei martíri!
     Deh prolungate almen per alcun’ore
questa vostra ostinata dipartita,
fin che m’usi a portar tanto dolore;
     perciò ch’a cosí súbita sparita
io potrei de la vita restar fuore,
sol per servir a voi da me gradita.

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