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Gaspara Stampa - Rime (XVI secolo)
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LXXIV

L’amore, che le dá i tormenti, le dá il modo di descriverli.

     La gran sete amorosa che m’afflige,
la memoria del ben onde son priva,
che mi sta dentro al cor tenace e viva,
sí che null’altra piú forte s’affige,
     sovra ogni forza mia move et addige
la vena mia per sé muta e restiva,
e fa che ’n queste carte adombri e scriva
quanto aspramente Amor m’arde e trafige.
     Chi fa qual noi parlar la muta pica?
chi ’l nero corvo e gli altri muti uccelli?
La brama sol di quel che li nutrica.
     Però s’avien ch’io scriva e ch’io favelli,
narrando l’amorosa mia fatica,
non sono io no, son gli occhi vaghi e belli.

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