< Rime (Vittorelli) < Anacreontiche
Questo testo è stato riletto e controllato. |
Iacopo Vittorelli - Rime (1806)
Anacreontica XVI
◄ | Anacreontiche - Anacreontica 15 | Anacreontiche - Anacreontica 17 | ► |
anacreontica xvi.
O Platano felice,
Ch’io stesso un dì piantai,
Bello fra quanti mai
Levano il capo al ciel;
Come sì presto, dimmi,
Le folte braccia hai stese,
Nè l’ira mai ti offese
Di turbine crudel?
Quel nome, che t’impressi
Ne la corteccia verde,
Lungi da te disperde
Il nembo struggitor.
Anch’io lo porto in seno
Scritto per man d’Amore;
Ma sento nel mio core
Fremere il nembo ognor.
Note
Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.