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Torquato Tasso - Rime d’amore (XVI secolo)
1. Vere fûr queste gioie e questi ardori
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1.
Questo primo sonetto è quasi proposizione de l’opera: nel quale il poeta dice di meritar lode d’essersi pentito tosto del suo vaneggiare, ed esorta gli amanti col suo esempio che ritolgano ad Amore la signoria di se medesimi.
Vere fûr queste gioie e questi ardori
Ond’io piansi e cantai con vario carme,
Che poteva agguagliar il suon de l’arme
4E de gli eroi le glorie e i casti amori:
E se non fu de’ piú ostinati cori
Ne’ vani affetti il mio, di ciò lagnarme
Già non devrei, ché piú laudato parme
8Il ripentirsi, ove onestà s’onori.
Or con l’esempio mio gli accorti amanti,
Leggendo i miei diletti e ’l van desire,
11Ritolgano ad Amor de l’alme il freno.
Pur ch’altri asciughi tosto i caldi pianti
Ed a ragion talvolta il cor s’adire,
14Dolce è portar voglia amorosa in seno.
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