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100.
Nel medesimo soggetto.
O ne l’amor che mesci
D’amar novo sospetto,
O sollecito dubbio e fredda tema,
Che pensando t’accresci
5E t’avanzi nel petto
Quanto la speme si dilegua e scema;
S’amo beltà suprema,
Angelici costumi
E sembianti celesti
10E portamenti onesti
Per ch’avvien che temendo io mi consumi?
E che mi strugga e roda,
S’altri li mira e loda?
Già difetto non sei
15De la gentil mia donna,
Che nulla manca in lei se non pietate;
E temer non devrei
Ch’ove onestà s’indonna
Regnasse Amor fra voglie aspre e gelate:
20Pur la sua gran beltate
Ch’altrui sí rasserena
E lo mio picciol merto
Mi fa dubbioso e ’ncerto,
Tal che sei colpa mia, non sol mia pena:
25Sei colpa e pena mia,
O cruda Gelosia.
E me stesso n’accuso
Ch’al mio martir consento
Sol per troppo voler, per troppo amare;
30E quel che dentro è chiuso
Con cento lumi e cento
Veder i’ bramo, e non sol ciò ch’appare.
Luci serene e chiare,
Soavi e cari detti,
35Riso benigno e lieto,
Che fa nel piú secreto
Albergo l’alma fra celati affetti?
Fra gli occulti pensieri
Che vuol? ch’io tema o speri?
40Voi, sospiri cortesi
E fidi suoi messaggi,
A chi ve ’n gite, a cui portate pace?
Deh, mi fusser palesi
Vostri dolci vïaggi,
45E quel che nel suo core asconde e tace!
Oimé, che piú le piace
Valore o chiara fama,
O bella giovinezza,
O giovenil bellezza,
50O piú sangue reale onora ed ama!
Ma, se d’amor s’appaga,
Forse del nostro è vaga.
È il mio vero ed ardente,
E per timor non gela,
55Né s’estingue per ira o per disdegno,
E cresce ne la mente
S’egli si copre o cela:
Però, se rade volte ascoso il tegno,
Ben di pietade è degno
60E degni di mercede
Sono i pensier miei lassi.
Cosí solo io l’amassi
Come il mio vivo foco ogni altro eccede,
Ché non temerei sempre
65In disusate tempre.
Né solo il dolce suono
E l’accorte parole
Di che seco ragiona e i bei sembianti,
Ma spesso il lampo e ’l tuono
70E l’aura e ’l vento e ’l sole
Mi fan geloso e gli altri divi erranti.
Temo i celesti amanti:
E se ne l’aria io veggio
O nube vaga o nembo,
75Dico — Or le cade in grembo
La ricca pioggia — ; e col pensier vaneggio,
Che spesso ancor m’adombra
Duci ed eroi ne l’ombra.
Canzon, pria mancherà fiume per verno
80Che nel mio dubbio core
Manchi per gelo amore.