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Torquato Tasso - Rime d’amore (XVI secolo)
104. Mal gradite mie rime, in vano spese
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104.
Si duole d’una repulsa nel ballo e pensa di vendicarsi.
Mal gradite mie rime, in vano spese
Per onorar donna leggiadra e bella,
Ch’altrui fedele, a me spietata e fella
4Nega la man che già m’avvinse e prese.
Aspre repulse, or fia che tante offese
Sostenga e celi or questa ingiuria or quella,
Né scuota il giogo ancor l’anima ancella
8E non estingua le sue fiamme accese?
Dunque, se amando i’ parea già canoro,
Or disdegnando sarò muto e roco
11Né d’armarne oserò lo stile e i carmi?
Ché queste ancor pungenti e fervide armi
Come quadrella son di lucido oro:
14Ma la superba or se le prende a gioco.
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