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156.
[27-70-141-166-169-181-182-224-260-268]
[Essendo tornato a gli studi in Padova scrive a la signora Laura1 Peperara
proponendosi di acquistare fama per divenire degno amante di lei.]
In quell’etate in cui mal si difende
L’incauto cor, nel vostro2 almo paese
De la vostra bellezza Amor m’accese
4Ch’ancor lontana a gli occhi miei risplende.
Qui poi m’addusse ove saver s’apprende
Novo amor di saver ch’in alto intese;
Ma di partir mi dolsi, e ’n me contese
8L’un mio desire e l’altro ed or contende.
Oh, pur vegghiando ne le notti algenti,
Laura, e ne’ caldi dì tanto m’avanze
11Che di voi degno amante io mi dimostri.
Amatemi fra tanto e di speranze
Consolate il mio duol ne’ miei lamenti
14Fin ch’io torni a goder de gli occhi vostri.