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Torquato Tasso - Rime d’amore (XVI secolo)
159. D’aria un tempo nudrimmi, e cibo e vita
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159.
Desidera di veder la sua donna piú tosto sdegnosa che di rimaner
privo de la sua vista.
D’aria un tempo nudrimmi, e cibo e vita
L’aura mi fu che d’un bel volto spira;
Or che lei mi contende orgoglio ed ira,
4Di qual esca sarà l’alma nudrita?
I famelici spirti in vano aita
Chiamano, e ’n darno il cor langue e sospira;
Ma, se pur l’empia a darle morte aspira,
8Muoia non per digiun, ma per ferita.
Armi gli occhi di sdegno e strali avventi
A mille a mille, a’ feri colpi ignuda
11Io porgo l’alma non ch’inerme il seno.
Faccia il mio strazio i suoi desir contenti;
Ben fia pietà ch’io la riveggia almeno,
14Non dico pia, ma disdegnosa e cruda.
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