< Rime d'amore (Torquato Tasso)
Questo testo è incompleto.
172. Luci, sovra ogni luce altiere e liete
171 173

172.


Parla con gli occhi de la signora Laura pregandoli che non potendo

riguardar sé stessi sian contenti di riguardare lui, sí ch’egli

possa ritrarli ne le sue rime.


Luci, sovra ogni luce altiere e liete,
     Poi che voi stesse di mirar v’è tolto
     E gioir di quel ben ch’è ’n voi raccolto
     4E di quei pregi onde sí ricche siete,
Con sí nov’arte almen or non tenete
     Vostro splendore a me chiuso ed involto,
     Qualor con gli occhi e col pensier son volto
     8Dove a’ raggi d’Amor lucenti ardete.
Forse invidiate voi che sí felice
     Per la vostra bellezza altri divegna,
     11Se pur goderne in parte a voi non lice.
Deh, se mi foste un giorno a pien concesse,
     Io farei ’n virtú vostra opra sí degna
     14Che quasi dentro a lei sareste espresse.

Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.