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175.
Invita in questa artificiosa corona di madriali tutte le ninfe
a coronar la sua donna.
Vaghe Ninfe del Po, Ninfe sorelle,
E voi de’ boschi e voi d’onda marina
E voi de’ fonti e de l’alpestri cime,
Tessiam or care ghirlandette e belle
A questa giovinetta peregrina;
Voi di fronde e di fiori ed io di rime:
E mentre io sua beltà lodo ed onoro,
8Cingete a Laura voi le trecce d’oro.
Cingete a Laura voi le trecce d’oro
De l’arboscello onde s’ha preso il nome
O pur de’ fiori a’ quali il pregio ha tolto;
E le vermiglie rose e ’l verde alloro
Le faccian ombra a l’odorate chiome
Ed a le rose del fiorito volto;
E de l’auro e del lauro e de’ be’ fiori
16Sparga l’aura ne l’aria i dolci odori.
Sparga l’aura ne l’aria i dolci odori
Mentr’io spargo nel cielo i dolci accenti,
E li porti ove Laura udir li suole
E dove Mincio versa i freschi umori:
Portino ancora i piú cortesi venti
Il chiaro suon de l’alte mie parole
Dove cantaro già, quand’ella nacque,
24I bianchi cigni in fresche e lucid’acque.
I bianchi cigni in fresche e lucid’acque
Morendo fanno men soave canto
Di quel ch’udi’ quando costei nascea:
E ’l bel terren dov’ella in cuna giacque
Tutto vestissi di fiorito manto;
E di cristallo il fiume allor parea
E prezïose gemme i duri sassi
32Sotto gli ancor tremanti e dubbi passi.
Sotto gli ancor tremanti e dubbi passi
Nascer facea la bella fanciulletta
Di mille vari fior lieta famiglia;
E se premeva un cespo o i membri lassi
Posava in grembo de la molle erbetta,
Era a vederla nova meraviglia:
Qual fosse poi, tu dillo, o fiume vago,
40Tu dillo altrui, famoso e chiaro lago.
Tu dillo altrui, famoso e chiaro lago,
Come da poi crescendo il biondo crine
Laura in te si specchiasse e gli occhi e ’l viso,
E come nel mirar la cara imago
E le bellezze sue quasi divine
Rassomigliasse il giovine Narciso:
Ditelo, augelli, e voi da le bianche ali,
48Voi che le sete sol nel canto eguali.
Voi, che le sete sol nel canto eguali,
Già tacevate, o cigni, in verdi sponde
Cantando Laura di dolcezza piena;
Ed eran tante le sue voci e tali
Che parean mormorando dir quell’onde, —
È per fermo costei nova sirena! —
Oltre i candidi cigni, onde beate,
56Son piú belle sirene in voi già nate.
Son piú belle sirene in voi già nate,
Acque e rive felici, ove sicuro
Il buon Titiro già pascea la greggia.
Né per dolce armonia cosí lodate
O Amarilli o Galatea già fûro
Com’è costei che quel cantar pareggia;
Di cui tra i boschi e ’n piccola capanna
64Indegno è ’l suon de l’incerata canna.
Indegno è ’l suon de l’incerata canna
D’accordarsi al bel canto; e, se l’udiro
Il rozzo armento e i semplici bifolci,
Per meraviglia ciò che l’alme affanna
Obliàr questi e quelli ogni desiro
De l’erbe verdi o pur de l’acque dolci,
E di seguire il natural costume
72Quasi scordossi per vaghezza il fiume.
Quasi scordossi per vaghezza il fiume
Di rendere al gran Po l’usato omaggio;
Da cui tenuta in sí gran pregio è Laura,
Ch’altra ninfa agguagliarle ei non presume
Se l’ode sotto un lauro o sotto un faggio
Con dolcissimi accenti addolcir l’aura,
O se guidar le vede i cari balli
80Sovra i candidi fiori e sovra i gialli.
Sovra i candidi fiori e sovra i gialli
Suole spesso ballar Laura gentile,
Con leggiadri sembianti, al dolce suono;
Degna a cui bianche perle e bei coralli
Del nostro mare e del novello aprile
Le sia portato il primo e ’l piú bel dono;
Degna a cui ne’ vicini alteri monti
88Apra l’antica madre i novi fonti.
Apra l’antica madre i novi fonti
Al bel viso di Laura, ed a lei mande
Verdi fronde la selva in queste piagge;
E ’nghirlandate ornai le belle fronti
Portin le Ninfe omai varie ghirlande
E l’umili e l’alpestri e le selvagge;
E voi siate le prime e le piú snelle,
96Vaghe Ninfe del Po, Ninfe sorelle.