< Rime d'amore (Torquato Tasso)
Questo testo è incompleto.
181. Non è d’Arabia peregrina pianta
180 182

181.


Loda la bellezza di Laura assomigliandola a le piante

che stillano lacrime e odori.


Non è d’Arabia peregrina pianta
     Questa c’ha dolce odore,
     Per ch’in lacrime stilli il suo dolore.
Né ’l ventre ebbe giammai gravoso e pieno,
     5Ma sovra lucide acque
     Nata è di Manto nel felice seno;
     E tal com’ella nacque,
     Che tutti l’onorâr s’a tutti piacque,
     Immortal qui l’onore
     10Serba sí come verde il suo colore.
     Caro pregio del cielo e di natura
     Che non hai paragone,
     Tua grazia a te mi scorga e mia ventura
     Ove lampeggi e tuone,
     15Per che de le tue frondi io m’incorone,
     Che di Giove il furore
     Mai non offende o l’aureo stral d’Amore.

Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.