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Torquato Tasso - Rime d’amore (XVI secolo)
212. Vago fanciul, che da l’ardor sovente
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212.
Al signor Cesare Ligorio.
Vago fanciul, che da l’ardor sovente
Ch’esce del petto mio mentre t’abbraccio,
Sei testimone del mio forte laccio
4E del peso ch’io porto dolcemente,
Pregoti, se di farlo sei possente,
Quando t’annoda e cinge il caro braccio
De la mia donna e senti il freddo ghiaccio
8Ch’al cor l’è scudo ed a l’altera mente,
Narrale l’amor mio; ma s’i suoi baci
Imprime in te sí che tu senta ardore
11Chiedile s’arde sí com’ella accende.
Quand’ella neghi pur, tu prega Amore
Ch’alcuna avventi in lei de le sue faci,
14Se pur d’alma innocente i preghi intende.
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