< Rime d'amore (Torquato Tasso)
Questo testo è incompleto. |
Torquato Tasso - Rime d’amore (XVI secolo)
365. Odi, Filli, che tuona e l’aer nero
◄ | 364 | 366 | ► |
365.
4.
Odi, Filli, che tuona e l’aer nero
Vedi come di lampi orrido splende;
Giove turbato è in ciel: folle chi prende
4I divi a scherno e ’l gran celeste impero.
È colassú, non t’ingannar, pensiero
De le cose mortali e non discende
Ogni folgore indarno e i monti offende:
8Sánnolsi quei che scala al ciel ne fero.
Briareo salsi e quel che pose audaci
Le mani in vergin sacra, onde tra duri
11Scogli fu anciso e turbini sonanti.
Ma che non lece a non creduli amanti
Ne’ dolci inganni? Amor, lascia che giuri
14Spesso impunito alcun fra le tue faci!
Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.