< Rime d'amore (Torquato Tasso)
Questo testo è incompleto.
379. Non si levava ancor l’alba novella
378 380

379.


Non si levava ancor l’alba novella,
     Né spiegavan le piume
     Gli augelli al nuovo lume,
     Ma fiammeggiava l’amorosa stella,
5Quando i due vaghi e leggiadretti amanti,
     Ch’una felice notte aggiunse insieme
     Come a canto si volge i vari giri,
     Divise il nuovo raggio; e i dolci pianti
     Ne l’accoglienze estreme
     10Mescolavan co’ baci e co’ sospiri.
     Mille ardenti pensier, mille desiri,
     Mille voglie non paghe
     In quelle luci vaghe
     Scopría quest’alma innamorata e quella.
15E dicea l’una sospirando allora —
     Anima, addio, — con languide parole;
     E l’altra — Vita, addio — le rispondea, —
     Addio, rimanti; — e non partiansi ancora
     Innanzi al nuovo sole.
     20E ’nnanzi a l’alba che nel ciel sorgea
     E questa e quella impallidir vedea
     Le bellissime rose
     Ne le labbra amorose,
     E gli occhi scintillar come facella.
     25E come l’alma che si parta e svella
     Fu la partenza loro: —
     Addio, ché parto e moro! —
     Dolce languir, dolce partita e fella!

Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.