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Torquato Tasso - Rime d’amore (XVI secolo)
42. Quel d’eterna beltà raggio lucente
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42.
Dice a la sua donna d’esser acceso da la sua beltà ne la maggior
asprezza del verno.
Quel d’eterna beltà raggio lucente
Che v’infiora le guance e gli occhi alluma
In questa nubilosa e fredda bruma
4Scalda la mia gelata e pigra mente;
E sveglia al core un desiderio ardente
Onde, qual nuovo augel che l’ale impiuma,
Volar vorrebbe e quasi leve piuma
8Quinci il pensier quindi il voler ei sente.
E voleria dove le stelle e ’l sole
Vedria vicine, e co’ soavi giri
11Fra sé l’agguaglieria de gli occhi vostri:
Ma perch’ella talor comete e mostri
D’orribil foco e nembi in ciel rimiri,
14Pur alto intende e si confida e vòle.
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