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Torquato Tasso - Rime d’amore (XVI secolo)
6. Io mi credea sotto un leggiadro velo
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6.
Séguita a mostrar con altra metafora come avvisando di trovar la sua
donna senza difesa fosse da lei vinto e superato.
Io mi credea sotto un leggiadro velo
Trovar inerme e giovenetta donna,
Tenera a’ prieghi, o pur in treccia e ’n gonna,
4Come era allor che parvi al sol di gelo:
Ma, scoperto l’ardor ch’a pena io celo
E ’l possente desio ch’in me s’indonna,
S’indurò come suole alta colonna
8O scoglio o selce al piú turbato cielo.
E lei, d’un bel dïaspro avvolta, io vidi
Di Medusa mostrar l’aspetto e l’arme,
11Tal ch’i’ divenni pur gelato e roco;
E dir voleva, e non volea ritrarme,
Mentre era fuori un sasso e dentro un foco:
14Spetrami, o donna, in prima, e poi m’ancidi.
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