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A Scandiano
Carlo Goldoni Alla figlia di Francesco Crispi


A SCANDIANO


De la prona stagion ne i dí piú tardi
Che le rose sfioriro e i laüreti,
Quando cavalleria cinge i codardi
4E al valor civiltà mette divieti,

A te, Scandian, faro gentil che ardi
Ne l’immensa al pensiero epica Teti,
O rocca de’ Fogliani e de’ Boiardi,
8Terra di sapïenti e di poeti,

Io vengo: a tergo mi lasciai la grama
Che il mondo dice poesia, lasciai
11I deliri a cui par che dietro agogni

L’età malata. Io sento che mi chiama
De’ secoli la voce, e risognai
14La verità de i grandi antichi sogni.


16 decembre 1894.



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