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ALLE VALCHIRIE
Bionde Valchirie, a voi diletta sferzar de’ cavalli,
sovra i nembi natando, l’erte criniere al cielo.
Via dal lutto uniforme, dal piangere lento de i cherci
4rapite or voi, volanti, di Wittelsbach la donna.
Ahi quanto fato grava su l’alta tua casa crollante,
su la tua bianca testa quanto dolore, Absburgo!
Pace, o veglianti ne la caligin di Mantova e Arad
8ombre, ed o scarmigliati fantasimi di donne!
Via, Valchirie, con voi la bionda qual voi di cavalli
agitatrice a riva piú cortese! là dove
sotto Corcira bella l'azzurro Jonio sospira
12con suo ritmo pensoso verso gli aranci in fiore.
Sorge la bianca luna da’ monti d’Epiro ed allunga
sino a Leuca la face tremolante su ’l mare.
Ivi l’aspetta Achille. Tergete, Valchirie, tergete
16dal nobil petto l’orma del pugnale villano;
e tergete da l’alma, voi pie sanatrici divine,
il sogno spaventoso, lugubre, de l’impero.
Sveglisi ne’ freschi anni la pura vindelica rosa
20a un dolce accordo novo di tinnïenti cetre.
Qual più soave mai, la musa di Heine risuona:
chi da l’erma risponde Leucade, sospirando?
Tien la spirtale riva un’alta serena quïete
24come d’elisio sotto la graziosa luna.
- 23 sett. 1898.