< Rime varie (Alfieri, 1912)
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CLVIII. A Firenze
CLVII. Sullo stesso soggetto CLIX. Compiendo il quarantacinquesimo anno

CLVIII.

A Firenze.

Oh brillante spettacolo giocondo,
Di cui troppi anni io vissi in Gallia privo!
Celeste azzurro, d’ogni nebbia mondo,1
4 Cui solca d’igneo2 Sole aurato rivo.

Qui al Capricorno, invan gelato e immondo,
Fa guerra ognor dell’alma luce il Divo:3
Qui non contrista di canizie il mondo
8 L’ispido verno, e i fior non prende a schivo.4
Scevra d’ogni torpore, ecco disserra
L’urna il biondo Arno alle volubili acque,
11 Che irrigan liete la Palladia terra.5
E qui il mio spirto pur, che al gel soggiacque
Là d’oltramonti, or ridestato afferra
14 La dolce Lira, a cui fors’anco ei nacque.

  1. 3. Mondo, puro.
  2. 4. Igneo, di fuoco.
  3. 6. Dell’alma luce il Divo, il Sole.
  4. 8. E i fior non prende a schivo, non impedisce ai fiori di germogliare.
  5. 9-11. Anticamente i fiumi venivan rappresentati sotto l’immagine di un dio che versava acqua da un’urna. — Palladia; cosí è detta Firenze da Pallade, dea del sapere, come quella città da cui
    ogni scienza disfavilla.


Note

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