Questo testo è stato riletto e controllato.

XVII.


S’è ver ch’ogn’Uom intègro era da pria,
     Ma poi si sciolse, e in duo partillo il Fato;
     Talchè in questo ogn’un cerca ed in quel lato
     Quelia parte di sè, ch’aver solìa:
5Certo, o Filli, sei tu l’altra già mia
     Parte, onde intègro, e lieto era il mio stato;

     Ben ti conosce il cor, ch’egro, e turbato
     Langue, e a te ricongiunto esser vorria.
Ma il Ciel non volle, che io superbo andassi
     10Di mia gran sorte in te vivendo, e poi
     Te far men bella perchè in me ti stassi,
Quinci divisi ei volse ambidue noi,
     Perch’io quanto in me manca in te mirassi
     E tu scorgessi in me quanto tu puoi.

Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.