Questo testo è stato riletto e controllato. |
◄ | Santo guerrier, che della gola infetta | Ne l'indico oriente | ► |
Questo testo fa parte della raccolta Vincenzo Zito
XV
LA CHIOMA SCIOLTA
Scherzava a l’aura errante
il lucido crin d’oro
di Lilla, il mio tesoro.
Or nel tergo volava,
or nel seno calava.
Lasso, qual simulacro a l’alma mia
formò la gelosia!
Temei che, divenuto il gran tonante
di sue bellezze amante,
trasformato si fosse in aureo nembo
e, nova Danae, le piovesse in grembo!
Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.