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Questo testo fa parte della raccolta Girolamo Fontanella
XVII
IL GAROFANO
Sdegna la plebe de’ minuti fiori
e star negli orti abitator non cura
questi, ch’ambisce con fastosi onori
ne’ supremi balcon aver cultura.
Ivi candida man nobile e pura
la sua maschia virtú nutre d’umori,
per acquistarne poi gemina usura
di molli fronde e di soavi odori.
Tal con fasto e con festa a l’aria uscito,
gode, adobbato di purpuree fasce,
a la rosa leggiadra esser marito.
Di rogiada o di linfa egli si pasce;
sorge reciso e, pullulando ardito,
quasi mostro lerneo sempre rinasce.
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