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Questo testo fa parte della raccolta XXIV. Pieraccio Tedaldi
XXXVIII
Considera la sua cecitá come un meritato castigo
Se parte del vedere i’ ho mancato,
deh come mi sta ben, in veritade,
per che con gli occhi molta vanitade, •
4con ciascun d’essi, lasso! ho giá mirato.
Onde ho mortale e venial peccato
cogli altri quattro sensi in egualtade,
e non ho auto in me tanta bontade,
8essendo san, ch’i’ mi sia raffrenato.
Ma quello Iddio, che ci notrica e cria
veggendom’inver’lui isconoscente
11del lume, che m’avea dato in balia,
si m’ha mandato mò questo accidente,
per temperar la mia mala follia
14e per provare se io son paziente.
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