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Cesare Pascarella - Sonetti (1904)
Io... e l'asino mio
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IO... E L’ASINO MIO.
’Na vorta ’no scultore de cartello,
Dopo fatto un Mosè ch’era un portento,
Je disse: «Parla!» e lì co’ lo scarpello
4Scorticò sur ginocchio er monumento.
Io pure mo ch’ho fatto st’asinello
Provo quasi l’istesso sentimento;
Ma invece d’acciaccallo cór martello
8Lo licenzio co’ sto ragionamento:
Fratello! In oggi, ar monno, senza ciarla,
Starai male dovunque te presenteno,
11Dunque, per cui, si vôi fa’ strada, parla.
E parla!, ché si parli, sur mio onore,
Cór fisico che ci hai, come te senteno,
14Si tu parli, te fanno professore.
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