< Sonetti (Pascarella)
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Io... e l'asino mio
La ginnastica educativa La società de l'asfitichi

IO... E L’ASINO MIO.


’Na vorta ’no scultore de cartello,
Dopo fatto un Mosè ch’era un portento,
Je disse: «Parla!» e lì co’ lo scarpello
4Scorticò sur ginocchio er monumento.

Io pure mo ch’ho fatto st’asinello
Provo quasi l’istesso sentimento;
Ma invece d’acciaccallo cór martello
8Lo licenzio co’ sto ragionamento:

Fratello! In oggi, ar monno, senza ciarla,
Starai male dovunque te presenteno,
11Dunque, per cui, si vôi fa’ strada, parla.

E parla!, ché si parli, sur mio onore,
Cór fisico che ci hai, come te senteno,
14Si tu parli, te fanno professore.


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