< Sonetti (Pascarella)
Questo testo è stato riletto e controllato.
L'allustrascarpe filosofo
Li bijetti de visita Li principii

L’ALLUSTRASCARPE FILOSOFO.


So’ trent'anni che fo sta professione,
E ancora, graziaddio! nun so’ mai morto;
So’ vecchio, ar camminà’ cammino storto,
4Eppure, sarv’ognuno, sto benone.

La notte me rintano in d’un portone;
E la matina appresso, quanno sòrto,
Omina bona mea mècume porto
8E me rimetto qui su sto cantone.

Si abusco, quer ch’abusco me lo magno;
Si nun abusco, e me succede spesso,
11Me fumo quattro mózze1 e nun me lagno.

Ma si l’incasso supera er valore
De quello che me serve, er giorno appresso
14Chiudo bottega e vado a fa’ er signore.


  1. [p. 185 modifica]mózze: cicche
Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.