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Qualor de' tuoi begli occhi il bello io guardo
Questo testo fa parte della raccolta Antonio Bruni

I

IL LUOGO DEI PASSATI AMORI

     Sotto l’ombra di quelle edre tenaci
che l’olmo han con piú viti avvolto e cinto,
la mia vita al mio cor temprò le faci,
con lei seno con sen qual edra avvinto.
     Di due guance godei l’ostro non finto,
qui dove aprono i fior gli ostri veraci;
s’udi confuso almeno, ov’or distinto
è ’l suon de l’aure, il mormorio de’ baci.
     Rimembro ancor con amorosa arsura
il guardo e ’l riso altrui, molle e lascivo,
nel tremolo seren de l’aria pura.
     Lasso, e mentre son io vedovo e privo
de le gioie d’amore, al cor figura
il fugace mio ben fugace il rivo.

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