Questo testo è stato riletto e controllato.


Questo testo fa parte della raccolta Sonetti d'alcuni arcadi più celebri/Ferdinando Passerini


II


Stavami ieri a pascolar l’armento
     Piangendo il mio destin presso a quel Rio;
     Quando vicino un Usignuolo io sento,
     Che col suo pianto accompagnava il mio.
5Frena, mesto Augellino, il tuo lamento,
     Lascia pianger me solo, allor diss’io:
     Ma ei pur si lagna; chè per suo tormento
     Pendea da un laccio, ch’il Villan gli ordìo.
Di repente mi accosto: e il laccio infranto,
     10Aspra cagion del grave suo dolore,
     Ei torna in libertate, e torna al canto.
Dissemi allora, e con ragione il cuore:
     Altrui libero rendi? E perchè intanto
     Me lasci al laccio, onde legommi Amore?

Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.