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Questo testo fa parte della raccolta Sonetti d'alcuni arcadi più celebri/Giuseppe Ercolani
XXI1
Stavasi il Re che all’Universo impera
Sovra celeste lucidissim’arco.
E’l Ciel sereno e d’ogni nube scarco
Facea d’intorno con la vista altera:
5Quando in sì nova alta immortal maniera
Giunse Maria, ch’ogni confronto è parco
E con la Luna al piè curvata in arco
Di se fe’ lieta la superna schiera.
Al suo venir sorse il gran Dio dal trono,
10E disse: ecco la Bella, in cui, siccome
In proprio nido, mia pietà ripono:
E questa sol, come sovrana e come
Maggior di quante unqua saranno e sono,
Vo’ che assoluta arbitra mia si nome.
- ↑ Sopra l’Assunzione di N. D. Si allude al detto del Cartusiano Art. 15. in Cant. Largitrix post Deum universorum... per manus ipsius dare disposuit Deus quicquid nobis gratia tribuit.
Note
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