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Le Guide.
Mancavano i cavalli, nè c’era tempo di far una corsa nella vicina Maremma a pigliarne un branco al laccio, ma le Guide furono ordinate lo stesso. Erano ventitrè. Le comandava il Missori, l’elegantissimo milanese, passato dal culto delle eleganze a quello delle armi, e come da prode lo seppero tutti. Basti che in quella guerra l’Italia dovette a lui e a pochi altri se a Milazzo Garibaldi non fu sopraffatto e ucciso da un branco di cavalieri napolitani, che essi a colpi di rivoltella sgominarono, mentre il Generale che si trovava a piedi potè, uccidendolo, liberarsi dal capitano di quelli ruinatogli addosso furioso, menando fendenti.
Giuseppe Missori.
Sergente delle Guide era Francesco Nullo, il più bell’uomo della spedizione. Aveva trentaquattro anni, era mercante come Francesco Ferrucci. Allora gli entrò la passione di cavalier di ventura dell’umanità, e non ebbe più requie finchè non gliela diede tre anni di poi, nel cimitero di Miekov, il generale russo che ve lo seppellì con onori militari da generale pari suo. Sapeva quel russo di dover poi andare punito nel Caucaso, ma nonostante, a quella nobile figura di morto volle mostrare il suo nobile cuore di uomo.
Francesco Nullo. |
Giovan Maria Damiani. |