< Supplemento alla Storia d'Italia
Questo testo è completo.
CXXIII - Bonaparte spedisce al Direttorio il trattato di pace conchiuso coll’Imperatore per mezzo di Berthier, e di Monge, e fa i dovuti elogj di questi due uomini celebri
CXXII CXXIV



Passeriano, 27 vendemmiale anno 6 (17 Ottobre 1797)


CXXIII - Al direttorio esecutivo.


Il Generale Berthier, ed il cittadino Monge vi portano il trattato di pace definitivo, ch’è stato già conchiuso tra l’Imperatore e noi. Il Generale Berthier, i talenti distinti del quale uguagliano il coraggio, ed il patriottismo, è una delle colonne della Repubblica, e nello stesso tempo uno de’ più zelanti difensori della libertà. Non vi è una sola vittoria nell’armata d’Italia, alla quale egli non abbia contribuito. Io non temo che l’amicizia mi renda parziale, descrivendo qui i servigj da questo bravo Generale resi alla patria; ma l’istoria prenderà questa cura, e l’opinione di tutta l’armata servirà di testimonianza alla storia.

Il cittadino Monge, uno de’ membri della commissione delle scienze ed arti, è celebre per le sue cognizioni, e per il suo patriottismo. Per la sua condotta ha fatto stimare i Francesi in Italia. Egli ha acquistata una parte distinta nella mia amicizia. Le scienze che ci han rivelati tanti segreti, che han distratti tanti pregiudizj, son chiamate a renderci servigj sempre più grandi. Nuove verità, nuove scoperte ci riveleranno segreti vie più essenziali alla felicità degli uomini; ma ci è necessario amar i sapienti, e protegger le scienze. Accogliete, vi prego, con eguale distinzione il Generale valoroso, e il Fisico sapiente: amendue illustrano la patria, e rendono celebre il nome francese. Mi sarebbe impossibile spedirvi il trattato di pace per due uomini, che fossero più distinti in due generi differenti.

Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.