< Supplemento alla Storia d'Italia
Questo testo è completo.
XCI - Bonaparte rimprovera a Lallement la sua condotta, e lo sollecita a presentare una nota energica, e dignitosa al Senato di Venezia
XC XCII



Palma Nuova, 11 fiorile anno 5 (30 Aprile 1797)


XCI - Al cittadino Lallement ministro della Repubblica in Venezia.


In Venezia si è sparso il sangue francese, e voi ancor vi rimanete! Aspettate dunque d’esserne cacciato? I Francesi non possono più comparire nelle strade senza esser caricati d’ingiurie, e di cattivi trattamenti, e voi ve ne state là semplice spettatore! Da che l’armata è in Germania si sono assassinati in Terra-ferma più di 400 Francesi, si è assediata la fortezza di Verona, la quale non è divenuta libera che dopo un combattimento sanguinoso, e malgrado tutto ciò voi ne state in Venezia. Dal canto mio ho ricusato di ascoltare i Deputati del Senato, perchè essi grondano ancora del sangue di Laugier, e non li vedrò mai senza che prima non abbiano fatto arrestare l’Ammiraglio, e gl’Inquisitori, che hanno ordinato questa strage, e non li abbiano consegnati nelle mie mani. Io ben so, che essi cercheranno di far cadere la vendetta della Repubblica sopra qualche miserabile esecutore delle loro atrocità, ma tocca a noi di non accettare il cambio. Fate una nota concisa, e degna della grandezza della nazione, che rappresentate, su gli oltraggi che essa ha ricevuti: dopo di che partite da Venezia, e venite a raggiungermi in Mantova. E’ non hanno nulla eseguito di ciò che ho loro domandato; dovevano mettere in libertà tutti coloro che hanno imprigionati da che l’armata francese è in Italia, e non già uno solamente, come han fatto.

Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.