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Parigi, li 8 vendemmiale anno 5 (29 Settembre 1796)
XLVIII - Il Direttorio Esecutivo a Bonaparte G. in Capo.
I nostri Commissarj presso l’armata d’Italia ci hanno reso conto, cittadino Generale, della repulsa data dal Papa ad accettare le condizioni di pace che noi avevamo indicate. Non vogliamo modificarle; ma siccome interessa ultimare la campagna colla presa di Mantova, per dettare più sicuramente delle leggi all’Italia meridionale, e (ciò che è utile) aspettando di non rompere l’armistizj che avete fatto, diamo come instruzioni ai nostri Commissarj di prolungare il trattato in guisa da arrivare al momento in cui potremo ordinare imperiosamente la pace a Roma, o rovesciare la sua potenza. Il generale Beurnonville si è avanzato verso la Sieg; il principe Carlo gli è innanzi. La campagna ricomincia in questa parte del teatro della guerra, con speranza di successo, ed il general Moreau, che si appoggia ad Ulma, ed a Bregentz, ci fa egualmente sperare che si manterrà in Svevia, fino a che un attacco decisivo sia ristabilito sulla sinistra della nostra linea di operazioni. Alcuni corpi usciti dal Tirolo hanno procurato di molestare la sua ala dritta, ma sono stati respinti. Noi affrettiamo la marcia d’un rinforzo di circa 10,000 uomini che vi destiniamo. Ogni giorno ci sembra che la conquista di Italia debba influire in nostro favore, nella bilancia degl’interessi politici; il suo fermo possesso dipende dalla presa di Mantova, e noi vi diamo tutti i mezzi che sono in nostro potere per terminare la campagna con questo vantaggio decisivo.
L. M. Révellière-Lepaux.