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Questo testo fa parte della raccolta The Oxford book of Italian verse


T
APINA me, ch’amava uno sparviero:

Amaval tanto ch’io me ne morìa!
               A lo richiamo ben m’era manero,
               4Ed unque troppo pascer no ’l dovìa.
          Or è montato e salito sì altero,
               Assai più alto che far non solìa;
               Ed è assiso dentro a uno verzero:
               8Un’altra donna lo tene in balìa.
          Isparvier mio, ch’io t’avea nodrito,
               Sonaglio d’oro ti facea portare,
               11Perchè dell’uccellar fosse più ardito;
          Or se’ salito sì come lo mare,
               Ed ha’ rotti li geti e se’ fuggito
               14Quando eri fermo nel tuo uccellare.

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