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Questo testo fa parte della raccolta Sonetti d'alcuni arcadi più celebri/Cornelio Bentivoglio


V


Tra i lascivi piacer dell’empia Armida
     Giace in ozio avvilito il buon Rinaldo:
     Ed ei, ch’in guerra fu sì ardito e baldo,
     Or torpe in sen d’una fanciulla infida.

5Ma il Ciel, che ’l serba a maggior’opre, guida
     A lui per strade ignote il forte Ubaldo,
     Che collo scudo adamantino il saldo
     Incanto rompe e il neghittoso sgrida.
Lo sgrida, e desta nel feroce petto
     10La sopita virtù, che omai non lenta
     Dell’amoroso error lascia il ricetto.
Così Ragion lo scudo a me presenta
     Ov’io mi specchio, e il cor l’orrido aspetto
     Del suo passato amor fugge e paventa.

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