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Da Orazio - Dal Carme Secolare Da Orazio - Passeggiando per Roma

Questo è il sogno che feci: un poderetto, con l’orto
ch’abbia a du’ passi da casa un’acqua perenne di polla,
ch’abbia, per giunta, un poco di selva...

Sai tu luogo che vinca nell’abbondanza la villa?
dove ci sia più caldo nel verno? e dove la brezza
mitighi più l’arsura del Cane, e ti ventili quando
tocco il Leon ruggì scotendo le freccie del sole?
dove le cure ti limino meno e ti tolgano il sonno?
Peggio t’odora un prato ed è men bello che i marmi?
Limpida più, in città, è l’acqua costretta nel piombo,
forse, che quella che giù per il rio, va, scivola e canta?...
far lungh’esso, merenda, e un sonnellino sull’erba...

Monti e poi monti di fila, se non che ombrosa una valle
s’apre, ma sì che il sol crescente la illumina a destra:
tramontando, la scalda a sinistra con gli ultimi raggi...

Niuno costì quel poco di bene con gli occhi mi lima
lividi, non mi ci mette l’oscuro veleno dell’odio...

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