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Dall'Iliade - I pastori Dall'Iliade - La diana d'Achille


la vendemmia

Anche vi pose una vigna l’artefice, carica d’uva,
splendida, d’oro, e di su ne pendevano grappoli neri;
e s’appoggiava via via coi viticci a calocchie d’argento.
Fecevi un fosso d’acciaio cilestro all’intorno ed un chiuso
anche, di stagno: una sola viottola a quella menava,
dai portatori battuta, nel vendemmiare la vigna.
Vergini in tanto e garzoni, dall’animo molle d’amore,
dentro corbelli di vinchi portavano il frutto di miele.
Ed un fanciullo nel mezzo di loro con l’arpa sonora
citareggiava soave ed ai lino cantava a quel suono

con la sua voce sottile, e quelli altri pigiando in misura
lui con movenze e con trilli seguivano a balzi di piedi.
Quivi garzoni e donzelle dotate con rnandre di bovi,
l’uno le mani nel carpo dell’altro danzavano in volta:
l’une vestivano drappi sottili, di lino; ma gli altri
vesti dal morbido ordito, ancor lustre dell’olio del filo.
L’une le belle ghirlande sul capo; ma gli altri le spade
d’oro, portavano al fianco, sospese a pendagli d’argento.
Ora correvano via con lor maestrevoli piedi
agevolmente così, come quando adattata la ruota
tra le sue palme, seduto, il vasaio la tenta, se corra:
or ricorrevano gli uni, alla fila, all’incontro degli altri.
Ed assisteva gran gente all’amabile coro, godendo,
mentre nel mezzo battea la cadenza il divino cantore,
sopra la cetra, cantando, e così due giullari tra loro
gesticolavano in mezzo secondo la mossa del canto.

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