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Dall'Odissea - L'isola delle capre selvatiche Dall'Odissea - Alla scoperta


giornata allegra

L’Alba nel ciel mattutino stampava le dita di rose,
quando, stupiti, così movevamo per l’isola i passi.
Ecco le ninfe — le figlie di Giove ch’ha il nembo per carro —
capre montane levarono, a ciò che prendessimo cibo.

Subito gli archi ricurvi e gli spiedi dal manico lungo
noi dalle navi prendemmo, e divisi quindi in tre schiere
saettavamo. Ed un dio ci concesse la caccia che sfama.
Erano dodici meco le navi, ed a sorte, a ciascuna,
io destinai nove capre: ma dieci ne scelsi a me solo.
Tutto quel giorno così per insino al tramonto del sole
là banchettammo con carni indicibili e vino soave:
ch’anco non era finita la copia del vino vermiglio
dentro le navi, e ve n’era, che molto nell’anfore ognuno,
quando la sacra città noi prendemmo dei Cìconi, infuse.
E guardavamo la terra, che in vista era là, dei Ciclòpi:
fumo veniva da loro, e belati di pecore e capre.
E come il sole calò, che ci venne il crepuscolo sopra,
ecco che noi ci ponemmo a dormir sul frangente del mare.

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