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preparativi d’odisseo
Questo pensando nel cuore mi parve il consiglio migliore.
Presso la stalla una grande calocchia giaceva nell’antro:
verde, d’olivo: l’aveva tagliato per farsene, quando
fosse seccato, bastone. Noi lo misurammo con gli occhi:
come un buon albero egli era, di nave con venti alla voga
remi, da carico, larga, che passa il gran gorgo del mare:
era altrettanto in lunghezza, altrettanto in grossezza quel palo.
Mi ci posi io, ne recisi per quanto una tesa di braccia,
ed ai compagni lo diedi a lisciare e raschiare, e i compagni
liscio lo fecero, ed io mi ci posi e così l’aguzzai;
presto lo presi, e la punta indurii nella brage del fuoco:
poi Io riposi ben bene nascostolo sotto lo sterco
che per la grotta quant’era, stendevasi molto ammucchiato:
quindi i compagni voli’io, che gittasser le sorti, e sortisse
chi fosse ardito con me, sollevato quel palo, sfregarlo
dentro il suo occhio, allorché fosse preso dal sonno soave.
Ecco, e sortirono quelli che avrei da me stesso prescelti:
quattro compagni, e contai me medesimo quinto con loro.