< Trattato d'Amore (Cavalcanti, 1941)
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VI VIII

VII

     Molto m’è viso che sia da blasmare
chi puote e non tener vuol buona via,
e chi piú crede un falso lusingare
4ch’un dolce ammaestar di cortesia;
e anche piú chi non sape acquistare
e l’acquistato perde a sua follia,
e lascia quel che doverla pigliare,
8e prende ciò ch’ogn’altr’uom lasceria.

     E sovre tutto i’ blasmo forte ancora
chi per su ’ngegno, di leale amico
11fa che nemico sempre li dimora.
Orma’ intenda chi vòl ciò ch’i’ dico
e ’mpari senno cui bisogno fora.
14Se no li piace, indarno mi fatico.

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