< Trattato d'Amore (Cavalcanti, 1941)
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X XII

XI

     Avegna che d’amor aggia sentito,
alcuna volta nel merzé chiamare,
cosa gravosa e soverchio pensare,
4non or me ’n blasmo d’averl’ubidito;
ché sí perfettamente il m’ha merito
di vita dolce nel pietá trovare,
che ora laudo lo bon astettare,
8e la speranza donde son nodrito;

     essendo ardito di donar consiglio
a tutti amanti che sono ’n disío
11che non lor gravi lo dolce soffrire;
ch’Amor, piú ch’uom non puote lui servire
in tutto tempo, e questo ho provato io,
14rende ’n un giorno: perch’a lui m’appiglio.

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