< Trattato d'Amore (Cavalcanti, 1941)
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Guido Cavalcanti - Trattato d'Amore (Cavalcanti, 1941) (XIII secolo)
XLVI
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XLVI
Sed io comincio dir, che pai’ alpestro
e sia noioso, e non si possa ’ntendre,
in veritá ch’uom no me ’n de’ riprendre,
4però che ’l fatto mio va a sinestro;
e di quell’arte, ond’io credea maestro
esser, tuttora mi convien aprendre,
come d’Amore, che or mi vuol car vendre
8lo ben passato con crudel capestro.
Ond’io sperava, lasso! esser sicuro,
perché ben mi parea servire e starmi,
11né mai no me ’n sarei guardato indietro.
Non sacci’ ormai chi li si vada al mietro,
dappoi che posto s’è ad ingannarmi,
14che li so’ stato sí fedele e puro.
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