< Trattato d'Amore (Cavalcanti, 1941)
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     Messer, l’umilitá donde parlate,
e quel che vo’ appellate cortesia,
mi vieta duramente e toglie ’l frate,
4e danne penitenza in fede mia.
Perch’a me par che mal mi consigliate
dicendo ch’i’ ritorni tuttavia
a quella mala via di vanitate,
8ched e’ mi dice ch’è sí fort’e ria,

     tutto ch’anche la sua è forte assai
ed hammi duramente ispaventata;
11ma pur non credo ricader giá mai.
Non so ben lá dov’io mi sono intrata:
l’un m’impromette gioia e l’altro guai:
14se ’l me’ non prendo, assai sarò malnata.

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