< Trattato d'Amore (Cavalcanti, 1941)
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XXII XXIV

XXIII

     Tutto ch’i’ mi lamenti nel mi’ dire,
dolce meo sire, non è lo mio core
punto turbato invêr di voi null’ore;
4ma infra se istesso vuol morire
di ciò ch’or non v’è ’n grato il mi’ servire
siccomo giá ’l facea esser Amore,
e che vi sembia ch’io mancato fiore
8aggia ’n vêr voi, dov’ho fermo ’l disire.

     Ma ben ch’a me non paia aver fallato
e voi pur piace di cosí mostrare,
11vedetemen venire a la merzede.
E umilmente lo mi’ cor la chiede,
ch’unqua non si partí di voi amare,
14per che trovar dovre’vi umilïato.

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