< Trattato d'Amore (Cavalcanti, 1941)
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XXVII XXIX

XXVIII

     Quand’io mi vo’ ridure a la ragione
e rafrenar lo grande intendimento,
né non pur seguitar lo van talento,
4che tutte cose mena a perdizione,
trovo l’animo mio d’oppenïone
che meglio posso a me donare abento
e riconoscer via di salvamento,
8che quand’i’ penso aver cuor di leone;

     ché la ragion lo dritto core appaga
tollendoli la cura de le cose,
11che non son né non debbono esser sue:
ma lo vano penser che s’usa piue
le n’appresenta tuttor amorose,
14e la piú vil ne mostra che sia vaga.

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