< Trattato d'Amore (Cavalcanti, 1941)
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XXIX XXXI

XXX

     Noi semo in un cammino e dovén gire
in uno loco, amico, di ragione;
cioè al ben, che que’ che ne formòne,
4se nol perdén per lo nostro fallire,
n’have promesso; ma non può salire
soperbia né rigoglio in tal magione;
ma ’l core umilïato ogne stagione
8è la virtú per ch’uom vi può salire.

     Similemente dico in questa vita;
che vizio tengo lo badar sí alto
11che, quando si conosce, che n’abbi onta.
Ma quegli è saggio, che nel grado monta
mezzanamente, né mai non fa salto
14che disinor gli torni a la finita.

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