< Trattato d'Amore (Cavalcanti, 1941)
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XXXI XXXIII

XXXII

     Se in me avesse punto di savere,
veggendo ch’ad Amor neente cale
di quel gravoso e periglioso male
4ch’a tutte l’or mi vede sostenere,
i’ mi saprei partir del suo volere,
dove m’have condotto, lasso! a tale
che quasi ormai soccorso non mi vale,
8sí consumato son nel male avere.

     Ed aggio il bon sentor quasi perduto,
ched’è ’n soffrire ispento e consumato,
11né punto non mi sento di vertute:
però non parto me da le ferute
siccomo folle che vi sono usato;
14ma brevemente ispero aver compiuto.

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