< Trattato d'Amore (Cavalcanti, 1941)
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XXXIV XXXVI

XXXV

     Morte gentil, rimedio de’ cattivi,
mercé, mercé a man giunte ti cheggio,
vienmi a veder e prendimi, ché peggio
4mi face Amor: ch’e’ mie’ spiriti vivi
son consumati e spenti sí, che quivi
dov’i’ stava gioioso, ora mi veggio
in parte, lasso, lá dov’io posseggio
8pena e dolor con pianto; e vuol ch’arrivi

     ancora in piú di mal, s’esser piú puote:
perché tu, Morte, ora valer mi puoi,
11di trarmi de le man di tal nemico.
Ahimè lasso!, quante volte dico:
Amor, perché fai mal pur sol a’ tuoi
14como quel de lo ’nferno che i percuote?

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