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Questo testo fa parte della raccolta Sonetti d'alcuni arcadi più celebri/Francesco Marchetti


I


Tremendo Re, che nè passati tempi
     Dell’infinito tuo poter mostrasti
     Sì chiari segni, e tante volte agli Empi
     L’alte corna ad un sol cenno fiaccasti;
5Di quel popol fedel che tanto amasti,
     Mira, pietoso Dio, mira gli scempi,
     Mira dell’Austria i fier’incendi e vasti,
     Arsi i palagi, e desolati i tempi.
Mira il Tracio furor, ch’intorno cinge
     10La real Donna del Danubio, e tenta
     Con mille e mille piaghe aprirle il fianco.
Tremendo Re, che più s’indugia, ed anco
     Neghittosa è tua destra? Or che non stringe
     Fulmini di vendetta, e non gli avventa?

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